Sul Family Day
Questo articolo è stato già letto964 volte!
L’amore delle famiglie
è fecondo per la società
Le famiglie da tutto il mondo si sono incontrate a Milano e un fiume di parole non basterebbe a raccontare le idee, i sentimenti, la bellezza di un evento come quello che abbiamo vissuto. I temi del Family Day sono stati anche quelli che riguardano il lavoro, visto da più prospettive.
Come gli altri, anche noi viviamo questa crisi ormai mondiale e il lavoro è il tema che più affligge le nostre famiglie ed è la grande emergenza che vive la maggior parte di noi: si parla di fiducia, di gratuità, di tessere reti di solidarietà e le esperienze messe in opera da tante famiglie nel mondo oltre alla capacità della famiglia di rieducarsi a nuovi costumi e ad esperienza di sobrietà che sembrano dare ragione alla speranza di potercela fare.
Gli interventi nelle aule sono stati densi di autorevole esperienza e scienza. Le analisi sociologiche ed economiche, le letture antropologiche, le sapienti relazioni teologiche e pastorali trovano luogo nelle nostra esperienza di genitori, di sposi cristiani e di famiglia che opera nella pastorale della Chiesa di Napoli. Qui, ritroviamo le profonde ragioni della nostra missione di persone e di famiglia, e qui ci sentiamo confortati da questa Chiesa universale che ci riconosce figli amati, laici, corresponsabili nella costruzione del regno di Dio.
Ancora una volta, ci sentiamo dire che dobbiamo condividere le ansie e le attese dei nostri Pastori e, guardandoci dietro, ripensando alla nostra Diocesi e alla nostra comunità parrocchiale, sorridiamo: abbiamo fatti tanti passi avanti, dal Concilio Vaticano II, ma abbiamo bisogno di altro tempo per far crescere nei laici e nei sacerdoti il senso della comune responsabilità nella costruzione del regno di Dio. Intanto qui parlano anche del ruolo della donna nella chiesa e nella società, e molti interventi riconoscono al “genio femminile” l’importanza nella famiglia, nella Chiesa e nella società.
Bianca Castilla, teologa spagnola, in tono chiaro e convincente ribadisce che la famiglia, il lavoro e la festa traggono ragioni l’una dall’altra: non c’è famiglia senza lavoro e non c’è festa senza lavoro e viceversa.
Fa riferimento alle nostre tradizioni e ai ricordi della nostra infanzia: «la festa si apprende, la festa non si improvvisa, come non si improvvisa essere amici. La festa è un ingrediente per creare legami e nel focolare della famiglia è un giorno speciale, dove c’è posto per la contemplazione, l’adorazione, la gratitudine, come è la domenica».
Il Cardinale Sean O’Malley, in riferimento all’Eucaristia ci ricorda che «quando partecipiamo alla messa insegniamo ai nostri figli e nipoti una delle lezioni più importanti: i bambini che sentono dai loro genitori quanto e perché essi amano la messa, saranno meno portati a paragonare la messa con la televisione e considerarla noiosa». E conclude: «Non andare a messa è come smettere di respirare la vita del corpo di Cristo».
Serpeggia nel meeting e ancor di più negli incontri con il Santo Padre, una volontà delle famiglie a chiedere più umiltà ai pastori e più coerenza dentro la Chiesa.
L’incontro con il Papa rende giustizia anche di tanta distrazione dei cattolici al magistero della Chiesa sui fedeli separati, divorziati o passati a nuove unioni. Niente di nuovo sotto il sole, ma ancora una volta il richiamo giusto e all’accoglienza e all’accompagnamento per quanti hanno subito o sono stati protagonisti di una rottura nel vincolo di comunione tra gli sposi e Dio sancita dal sacramento del matrimonio, la cui indissolubilità ne è anche la forza.
«Nos somos sua familia» dei sudamericani rimane un grido di affetto, la volontà di esserci e di dire al mondo che il Pastore della Chiesa non è solo, e che nessun fango potrà fermare la Chiesa di Cristo. Il martirio di tanti che vengono uccisi solo perché cristiani, ogni giorno, e in tante parti del mondo, dà forza alla nostra fede.
Chiesa di Napoli
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.