Suor Serafina di Dio, da Capri
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il compito di costruire a Capri una casa dell’accoglienza di ragazze senza dote, né danaro, che ella aveva ricevuto da Don Marcello, era sempre in cima ai pensieri di Prudenza che nel 1956 si recò a Napoli, devastata dal morbo mortale, dove fu costretta a subire un processo per appropriazione di denaro, che invece, le era stato affidato da un gesuita, morto pure lui a seguito del contagio. In questo periodo Prudenza indossava l’abito di terziaria domenicana.
Emessa la sentenza la giovane religiosa fu riconosciuta innocente e così,con maggiore serenità poté riprendere i lavori per la realizzazione dell’ardito progetto: creare a Capri un complesso religioso sotto la Regola di S. Teresa e con il titolo del SS. Salvatore.
Per la realizzazione del maestoso progetto occorsero non pochi sforzi economici ai quali Prudenzia seppe far fronte grazie al lascito dello zio. Per l’opera fu scelta una collina affacciata sul lato nord dell’isola da dove era possibile osservare il golfo intero e dove vi erano le vestigia di una chiesa più antica. Occorsero però circa 20 anni per realizzare il progetto. La chiesa del SS. Salvatore fu consacrata dal cardinale arcivescovo di Benevento, Vincenzo Maria Orsini, che divenne poi papa Benedetto XIII.
All’inizio la casa di accoglienza ospitò nelle sue stanze solo quattro “bizzoche” delle quali tre provenivano da Napoli ed una da Capri. Ma già nel 1700 il numero delle accolte era di 60 donne e nello steso periodo la casa di accoglienza si trasformò in Casa del Carmelo sotto la Regola di Santa Teresa così come era stato stabilito nelle intenzioni di Don Marcello Strina. In questi anni Prudenzia assunse il nome di religiosa che poi la seguì fino alla fine della sua vita: suor Serafina di Dio.
Agli inizi del 1700 Suor Serafina iniziò a progettare in maniera attiva e con energico attaccamento, la costruzione di altre case di accoglienza per la gioventù sfortunata. A quell’epoca non esisteva un ordine legislativo che tutelasse i diritti dei più poveri, delle sfortunate e delle diseredate fanciulle. Era quindi la Chiesa che si faceva carico di questi disagi sociali tramite le opere pie, le case d’accoglienze. L’intento quindi di Suor Serafina, fu quello di allargare il suo progetto estendendolo in altre località della Campania.
Completato il SS. Salvatore a Capri, si realizzo a Vico Equense nel e nello stesso anno a Fisciano. Nel 1681 a Massa Lubrense fece costruire il Convento di Santa Teresa, grazie anche alla collaborazione dal Viceré di Napoli Gaspar De Hato, con il beneplacito di Mons. Francesco Maria Neri.
Il Redattore
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