Utero in affitto: uno dei primi casi in Italia
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I casi di utero in affitto, in Italia, sono pochissimi, per ora. Uno di essi è narrato da Giulia Valentini, de L’Espresso, nel suo libro pro fecondazione artificiale, La fecondazione proibita (Feltrinelli, 2004).
E’ la storia di un ricco pasticcere di Seregno, che affitta l’utero di una donna immigrata algerina (negli Usa spesso sono le donne di colore indigenti ad affittare l’utero; in Italia succede anche con le cinesi immigrate). Costei ne approfitta e alza di continuo il prezzo: chiede 40 milioni, poi una paninoteca in gestione, poi una macchina sportiva. Alla fine il pasticcere si secca e la allontana.
Ma la moglie, elegantemente scavalcata, si spara in testa: non muore, ma rimane cieca.
Quando il bambino nasce, e visto che in Italia il figlio è (e continua a essere) di chi lo partorisce, riconoscono, accanto alla madre algerina, la paternità del pasticcere, ma permettono a sua moglie di adottare il bambino, se colei che ha partorito è d’accordo.
Francesco Agnoli-Libertàepersona
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